Non necessariamente corrisponde al vero che un olio perché extravergine sia automaticamente “buono”. Ogni prodotto ha una sua identità che è composta da molte variabili.
A questo si aggiunge il fatto che molti oli in commercio classificati come extravergine, in realtà non lo sono veramente!
Capire come riconoscere un buon olio extravergine di oliva è fondamentale per evitare eventuali frodi. Nessuno vuole acquistare un prodotto che non vale i soldi spesi e che non ci soddisfa al gusto. Oppure che non abbia i requisiti nutrizionistici per cui abbiamo deciso di acquistarlo.
Per imparare come riconoscere un buon olio extravergine di oliva basta seguire dei semplici accorgimenti, che ti permetteranno di orientarti nella giungla dell’offerta commerciale, sfruttando a pieno i benefici di un alleato del gusto e della salute.
Attenzione alla confezione
Innanzi tutto partiamo dalla confezione. La luce accelera i processi ossidativi che causano alterazioni e modifiche al sapore. Da qui la necessità di conservare al buio e in recipienti che garantiscano la protezione alla luce. Pertanto un produttore serio e consapevole utilizzerà recipienti in acciaio inox o bottiglia di vetro scuro e dotate di chiusura ermetica con tappo anti-rabbocco. Vanno benissimo anche i contenitori bag-in-box o brik, oggi sempre più diffusi.
Leggi l’etichetta
Leggere l’etichetta è il passo immediatamente successivo che ti consente di capire come riconoscere un buon olio extravergine di oliva. Pochi e semplici passi ti guideranno in questa operazione.
Per prima cosa verificare che ci sia la denominazione di vendita del prodotto: “Olio Extra Vergine di Oliva”.
Poi l’informazione della categoria dell’olio: “Olio d’oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e con procedimenti meccanici”.
Infine la designazione di origine del prodotto: “Olio extra vergine di oliva ottenuto in Italia da olive raccolte in Italia”. A seguire il nome del produttore, il lotto di appartenenza, l’anno di raccolta delle olive, e la tabella nutrizionale.
Controlla sempre l’origine
Questa indicazione è obbligatoria ed è molto importante. Grazie ad essa le aziende possono certificare la qualità del loro prodotto. Prodotti a denominazione DOP o IGP e/o biologici sono sottoposti a controlli e verifiche periodiche e seguono dei disciplinari di produzione. La presenza di questi simboli in etichetta può essere un ulteriore indicatore di qualità.
Altri elementi che possono indicare qualità sono la presenza in etichetta della tipologia di olio, ovvero se è un Monovarietale o un Multivarietale. Il primo è ottenuto da una sola varietà di olive mentre il secondo è una miscela di varietà differenti. L’indicazione della varietà di olive da cui è prodotto se trattasi di un olio multivarietale.
Un buon olio di oliva si distingue per le sue caratteristiche organolettiche; queste ultime non sono obbligatorie da riportare in etichetta come la provenienza, ma vengono indicate dai produttori per confermare le proprietà dell’olio e rappresentano un parametro qualitativo importante.
Gli indicatori di qualità
L’acidità libera espressa in acido oleico, è un indicatore di qualità. Per essere classificato olio extravergine, questa deve essere al massimo di 0,8 g per 100 g. Per un buon olio extravergine questo valore deve essere possibilmente inferiore a 0,5 g. Altri indicatori sono il numero di perossidi che non deve superare i 20 meq O2/kg e che misura l’ossidazione primaria dell’olio. Infine gli indici spettrofotometrici che forniscono informazioni sullo stato ossidativo del prodotto e quindi sul suo grado di invecchiamento. Questi devono avere valori K232<=2,5, K270<=0,22 e DeltaK<=0,01.
La prova dell’assaggio
Ultima ma non per questo meno importante, l’analisi sensoriale che attesta l’assenza di difetti nel profilo aromatico. Questi ultimi dovuti eventualmente a condizioni non ottimali dell’intero processo produttivo. L’olio extravergine di oliva non deve avere difetti.